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La storia della pianta esagonale di Avola.

  • La cittadina di Avola è nota non soltanto per le sue straordinarie mandorle, ma anche per una pianta dalla inconfondibile forma geometrica.
  • Quella pianta nacque in seguito al terribile terremoto del 1693, che distrusse il primo insediamento.
  • Ecco chi l’ha ideata e perché rappresenta, ancora oggi, una scelta ingegnosa.

La storia della Sicilia è ricca di avvenimenti che ne dimostrano la capacità di rinascere. Il destino di diverse località è stato segnato da eventi nefasti come terremoti ed eruzioni vulcaniche, ma proprio quegli eventi, in alcuni casi, hanno permesso alle località di risorgere. La pianta esagonale di Avola è una dimostrazione di quanto abbiamo appena affermato e, andando avanti con la lettura, capirete perché. L’antica Abola era una città fortificata, dotata di castello e oltre venti chiese, situata su un alto colle degli Iblei. Il terremoto dell’11 gennaio del 1693 la distrusse completamente, ma il marchese Nicolò Pignatelli Aragona Cortés (nipote di Papa Innocenzo XII) nella sottostante pianura e in prossimità del mare. La progettazione del nuovo centro urbano fu affidata ad Angelo Italia, grande architetto e frate gesuita di Palermo.

La rinascita e la pianta esagonale

Angelo Italia, ispirandosi ai trattati d’architettura del Rinascimento, concepì una pianta geometrica di forma esagonale. Quella pianta, ormai presente in tutti i testi di urbanistica, fu tracciata, nel feudo Mutubé, tra il 16 e la fine di marzo dello stesso 1693. All’interno dell’esagono fu creata una rete viaria ortogonale nella quale i due assi centrali, strada Cassaro e strada del Corso (gli attuali corsi Garibaldi e Vittorio Emanuele), determinarono una croce. La croce rappresentava il simbolo e la consacrazione del marchesato alla religione cristiana. I due corsi delinearono pure i quattro quartieri dell’impianto urbano e, al loro incrocio, la piazza Maggiore. Nella piazza, fino a metà del XIX secolo, sorgeva il pubblico mercato.

Ai lati si posero la Chiesa Madre e il palazzo del feudatario con la Torretta dell’Orologio. Altre quattro piazze furono collocate nei punti terminali della “croce” e in esse si costruirono importanti edifici sacri. Nel nuovo impianto urbano sorsero anche notevoli edifici, come i palazzi Modica, Lutri e Guttadauro. Nel 1841 ad Avola fu inaugurata la strada provinciale Siracusa-Noto e la strada del Corso ne divenne parte integrante. Nella seconda metà dell’Ottocento sorsero altre architetture di prestigio. Si costruirono, in stile neoclassico il Palazzo di Città, l’Ospizio-Ospedale, la Pretura, il Teatro e il Mercato. Nei primi anni del Novecento fiorì l’edilizia privata, che privilegiò lo stile Liberty. Tante facciate, ad Avola, presentano decori intagliati a bassorilievo negli stipiti, nelle architravi e nelle mensole dei balconi.

Pianta esagonale di Avola: estetica e funzionalità

L’impianto esagonale non fu semplicemente una scelta legata allo stile. Rendeva possibile una difesa efficace ed era facile da delineare sul terreno. Le piazze assicuravano un riparo, facilmente raggiungibile all’interno della città, in caso di terremoto. Strade larghe ed edifici bassi avevano dato ad Avola un assetto antisismico rispetto a quello antico. Nel 1929 la pianta esagonale di Avola fu congiunta al mare con l’apertura del viale ora dedicato a Corrado Santuccio, e si costruí la Rotonda. Nella seconda metà del Novecento ebbe luogo una espansione urbana senza precedenti e alle “case a schiera”si sostituiscono le villette. Avola Antica divenne area residenziale estiva e Cavagrande, nel 1984, riserva naturale.

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