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Chi era Raffaele Ganci? Biografia: dove è nato, quando è morto. L’arresto nel 1993, le vicende di cronaca, le condanne e gli ergastoli. Le rivelazioni del figlio Calogero.

Raffaele Ganci

Raffaele Ganci nasce a Palermo il 4 gennaio del 1932. Sarebbe stato affiliato alla cosca della Noce (quartiere del capoluogo siciliano) e anche strettamente legato al clan dei Corleonesi di Totò Riina. Per queste ragioni, si ritiene sia stato responsabili degli omicidi del giornalista Mario Francese, ma anche di quelli di Stefano Bontate, Salvatore Inserillo e Santo Inzerillo (lupara bianca).

Negli anni riceve diversi ergastoli, tra i quali uno per l’assassinio del generale e prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nel 1982 sarebbe diventato capo della cosca della Noce e del relativo mandamento, in seguito alla morte di Salvatore Scaglione. Scaglione viene ucciso nel corso di una grigliata all’aperto, nella tenuta di Michele Greco, insieme ad alcuni uomini delle cosche di Partanna-Mondello e dell’Acquasanta, tutte zone di Palermo.

Secondo quanto emerso da indagini e approfondimenti, Raffaele Ganci sarebbe stato membro della cosiddetta “Commissione” di Cosa nostra e, in quanto tale, avrebbe ordinato gli assassinii dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992.

Con il nome di “Commissione interprovinciale” si indica un organo direttivo di Cosa nostra, che avrebbe riunito i capi mafiosi delle province di Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Non va confusa con la “Commissione provinciale”, con giurisdizione solo sulla provincia di Palermo.

L’arresto di Ganci avviene il 10 giugno del 1993, a Terrasini, in provincia di Palermo. Il momento della cattura è preceduto da 5 anni di latitanza: insieme a lui ci sono i figlio Nunzio e Calogero Ganci e il genero, Francesco Paolo Anzelmo.

Uno dei suoi figli, Calogero, diviene un collaboratore di giustizia. Nel 1996 ricopre il ruolo di testimone chiave, confessando oltre 100 omicidi. Testimonia anche contro il padre e i suoi fratelli, in merito al coinvolgimento nei delitti di Rocco Chinnici, Ninni Cassarà, Mario D’Aleo e anche di Leonardo Vitale, quest’ultimo considerato il primo pentito di mafia.

Come è morto Raffaele Ganci?

La morte di Ganci avviene a Milano, il 3 giugno del 2022, mentre sta scontando diversi ergastoli in regime di carcere duro, secondo l’articolo del 41-bis.

“Raffaele Ganci, il capo del mandamento della Noce, era uno dei mafiosi più influenti della Cupola: è morto a 90 anni nell’ospedale San Paolo di Milano, dove era stato trasferito ad aprile in seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute. Il boss condannato a diversi ergastoli era ospitato all’interno di un reparto detentivo, ufficialmente restava al 41 bis, ma era assistito da uno staff di medici e infermieri” si legge su Repubblica, in un articolo a firma di Salvo Palazzolo.

“È rimasto sempre un irriducibile di Cosa nostra – scrive Palazzolo sulla testata -. Aveva persino rinnegato pubblicamente il figlio Calogero dopo la sua scelta di collaborare con la giustizia, nel 1996. E ora si porta nella tomba i segreti ancora irrisolti delle stragi del 1992-1993. Ha raccontato il pentito Gioacchino La Barbera: “Mentre stavamo mettendo da parte l’esplosivo per l’attentato a Falcone, in una villetta di Capaci, notai una persona che non avevo mai visto. Arrivò con Antonino Troia, il capomafia di Capaci, parlò pure con Raffaele Ganci, il capomafia della Noce. Non l’ho più vista quella persona”.

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