Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Mario Francese, la biografia del giornalista ucciso da Cosa nostra. Dove è nato, la sua carriera come cronista, cosa ha scritto. Quando e perché è stato ucciso, chi è stato. I riconoscimenti alla memoria, il drammatico gesto del figlio Giuseppe nel 2002.

Mario Francese

Mario Francese nasce a Siracusa il 6 febbraio del 1925. È il terzo di quattro figli. Dopo aver iniziato gli studi liceali nella sua città, si trasferisce a Palermo, a casa di una zia, per completare il percorso e poi iscriversi all’università. Consegue la maturità classica, quindi prosegue con la Facoltà di Ingegneria.

Dato che vuole essere indipendente economicamente, inizia a lavorare come telescriventista dell’ANSA. Il sogno del giornalismo inizia quando parte la collaborazione con il quotidiano La Sicilia di Catania. Entra, nel frattempo, da “cottimista” alla Regione, nel gennaio del 1957. Diviene poi capo dell’ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori Pubblici, con l’assunzione in modo definitivo nell’ottobre del 1958.

Attività da cronista, inchieste

Nel frattempo, Mario Francese inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia. Si sposa il 30 ottobre del 1958 con Maria Sagona: dal loro legame nascono quattro figli. Si dimette dalla Regione nel 1968, lasciando il posto fisso per dedicarsi a tempo piano alla carriera da cronista di giudiziaria al Giornale di Sicilia. Entra così in contatto con i temi della mafia.

Una volta diventato giornalista professionista, si occupa della strage di Ciaculli, del processo ai Corleonesi del 1969 a Bari, dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo. È l’unico giornalista a intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina.

È uno dei primi a capire cosa sta accadendo all’interno di Cosa nostra negli anni Settanta, raccontando l’ascesa dei corleonesi Totò Riina e Bernardo  Provenzano. Approfondisce anche la vicenda dei fondi destinati alla ricostruzione post terremoto del Belice. Nel settembre del 1977 Mario Francese pubblica un’inchiesta in sei puntate per raccontare ciò che stava accadendo in quei territori. Insisteva sul rapporto tra mafia e politica.

Omicidio Francese

Mario Francese viene ucciso la sera del 26 gennaio del 1979, poco prima di compiere 54 anni. Sta attendendo la pubblicazione di un dossier tra mafia e appalti, che sarà pubblicato postumo e come supplemento al Giornale di Sicilia. A ucciderlo è Leoluca Bagarella, che lo sorprende davanti casa, mentre sta rientrando.

Secondo la motivazione della Cassazione che condanna esecutori e mandanti, lo uccidono perché possedeva “una straordinaria capacità di operare collegamenti tra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza, e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità delle linee evolutive di Cosa nostra”.

In un primo momento l’uccisione cade nel dimenticatoio e l’inchiesta viene archiviata. La riaprono dopo anni, su richiesta della famiglia e il processo si svolge con rito abbreviato. Si conclude nel 2001, con la condanna a trent’anni per Totò Riina, Leoluca Bagarella (esecutore materiale), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano.

Assolto, invece, Giuseppe Madonia. Al processo bis, con rito ordinario, Provenzano riceve la condanna all’ergastolo e, nel 2002 in appello, arriva la conferma della sentenza di primo grado. Anche in Cassazione regge l’impianto accusatorio, ma arriva l’assoluzione per “non aver commesso il fatto” per Pippo Calò, Antonino Geraci e Giuseppe Farinella.

Ricordo e memoria di Mario Francese

Nasce nel 1996 il Premio Mario Francese. Nel luogo in cui è stato ucciso, è avvenuta l’intitolazione di uno spazio verde. All’ingresso della diga in località Garcia c’è una lapide in ricordo del “coraggio e l’amore per la verità” del cronista (con le sue inchieste denunciò le infiltrazioni della criminalità organizzata e le collusioni politiche e amministrative) .

Nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2002 Giuseppe Francese, figlio del giornalista, decide di porre fine alla sua vita, oppresso da un dolore che lo ha accompagnato fin dal primo momento dopo l’omicidio. Il ragazzo aveva dedicato tutta la vita alla ricerca della verità per la morte del padre.

Articoli correlati