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Palermo e il suo mare: un’amore che esiste da sempre ed esisterà per sempre. Vi raccontiamo oggi la storia della Borgata di Sant’Erasmo e del suo porto, un luogo ricco di storia e recentemente riqualificato. Tra il IX e il XII secolo la città raggiunse un grande splendore e il litorale si popolò di porticcioli, moli e tonnare. Il Porto di Sant’Erasmo è sopravvissuto fino a oggi.

La storia

L’area si estende dal Foro Italico a Romagnolo e deve il suo nome a una chiesetta che sorgeva davanti il porticciolo: Sant’Erasmo, infatti, è uno dei patroni del mare più invocati nel Mediterraneo. Il santuario venne ampliato, nel tempo, diventando l’Istituto per l’Infanzia di Padre Messina. Nella borgata vivevano per lo più pescatori e marinai. Lungo la stessa costa, sorsero altre borgate, legate al fiume Oreto.

Sant'Erasmo - Foto Flickr

Palermo, a quei tempi, era decisamente diversa.

Nel quartiere di Sant’Erasmo venne edificata la tonnara di Capicello, nel 1440, sulla scia di quella grande tradizione di pesca del tonno che viveva un florido periodo. Chiunque arrivasse dai paesi che sorgono a est di Palermo, come Bagheria e Santa Flavia, arrivava a Sant’Erasmo. La strada costiera era pittoresca, con ville nobiliari e stabilimenti balneari.

Sorsero qui anche alcune imprese, come la Fonderia Oretea (fondata nel 1840 e acquisita da Vincenzo Florio), specializzata nella produzione di attrezzature navali e battelli a vapore. Ancora, nacque la prima industria ittico-conserviera siciliana, la Coalma, fondata da Francesco Macaluso nel 1922. La produzione venne avviata in piazza della Tonnarazza e, ancora oggi, l’azienda produce e commercializza il tonno Sant’Erasmo.

Sant’Erasmo oggi

Oggi la Borgata di Sant’Erasmo è molto diversa, con un aspetto lontano dai fasti del passato. Dopo le guerre e diverse fasi storiche, il litorale è cambiato e ospita poche testimonianze.

Negli ultimi anni sono state organizzate molte attività di recupero e sensibilizzazione e nell’ottobre del 2019 è stato riaperto alla città il Porticciolo di Sant’Erasmo. Un recupero che ha voluto dare continuità rispetto al Foro Italico, integrando i pescatori in un’area dignitosa e riqualificando un angolo rilevante e delicato come quello che si allunga fino a Villa Giulia.

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