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La Tonnara di Avola fu una delle più grandi della Sicilia sudorientale. Sappiamo che le tonnare hanno costituito a lungo un’attività fondamentale per l’economia dell’isola. Ci troviamo nel vecchio borgo di Marina d’Avola, noto come “Mare Vecchio”, alla fine di via Antonio D’Agata.

Tonnara di Avola storia

L’edificio venne costruito nel 1633, in un’ottima posizione: siamo al centro della costa meridionale di Siracusa, bagnato da Mar Ionio. Sempre in questa zona sorgevano le tonnare di Santa Panagia, Vendicari, Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, giusto per citarne alcune.

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Alla Tonnara di Avola venne dato il nome di “Tonnara del fiume di Noto”, probabilmente per la vicinanza alla foce del fiume Asinaro, in un’area nota come “Balata”. Al largo di quest’area c’era la Camera della Morte: un sistema di reti in cui avveniva la Mattanza dei tonni, che poi venivano portati nella tonnara vera e propria.

In un primo momento la tonnara apparteneva al demanio marittimo. Questo, retto da una regia corte, la dava in affitto a chi ne faceva richiesta, versando una somma di denaro. In seguito venne affittata e acquistata da diverse persone.

Sia la Tonnara di Avola che la vicina borgata vennero danneggiate dal sisma dell’11 gennaio 1693, che distrusse l’antica città avolese posta sul Monte Aquilone. La tonnara venne venduta dalla baronessa Anna Conforto alla famiglia Tornabene, nel 1700. Risalgono a questo periodo alcuni interventi di restauro e miglioramento.

Si aggiunsero anche un palazzo utilizzato come residenza dei signori che la avevano in gestione e una piccola chiesa. Altre famiglie si affiancarono ai Tornabene negli anni seguenti. L’attività cessò definitivamente nel secondo dopoguerra, approssimativamente nel 1950. Oggigiorno è visitabile solo esternamente ed è sconsigliato avventurarsi all’interno, visto lo stato di incuria.

Tonnara di Avola struttura

L’edificio della Tonnara di Avola è di origine seicentesca e ha subito rifacimenti nel corso dei secoli. La struttura superstite è composta da alcuni magazzini e capannoni. Grazie alla presenza di una ciminiera si può comprendere come fosse una di quegli edifici adeguati ai nuovi tempi dell’industrializzazione. Il cuore era lo stabilimento, a nord del borgo di Mare Vecchio.

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