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Trubberi siciliano significato.

  • Vogliamo recuperare un’antica parola siciliana dimenticata.
  • Per qualcuno questo termine sarà del tutto nuovo, mentre per altri molto familiare.
  • In entrambi i casi, leggete un po’ da dove deriva e perché lo si usava.

La lingua siciliana è sempre ricca di sorprese. Passando da una provincia all’altra della nostra bellissima regione, si incontrano parole e modi di dire insoliti e appartenenti alla tradizione. Quei vocaboli così familiari per alcuni, per altri sono del tutto sconosciuti. È proprio il bello di una lingua come il siciliano, che contiene infinite sfumature ed evoluzioni partite da vocaboli stranieri. Oggi vogliamo proprio rivelarvi una chicca, che farà felici quanti la conoscono e se la ricordano. La parola trubberi vi dice niente? Sì, avete letto bene. Non stiamo parlando di tuberi, ci sono una “r” e una “b” in più! Si tratta di un vocabolo molto utilizzato dai nostri nonni. A dirla tutta, ancora oggi potremmo utilizzarlo, perché indica un oggetto che tutti abbiamo in casa. Non vi diciamo subito qual è, perché altrimenti vi roviniamo tutta la sorpresa.

Il motivo per cui abbiamo deciso di parlare di questa parola, è semplice. Si tratta di uno di quegli oggetti che usiamo proprio tutti i giorni. È davvero singolare, dunque, che molti siciliani non abbiano mai sentito la parola trubbèri. Avete già provato a pronunciarla a voce alta? Vi dice qualcosa di più? Se brancolate totalmente nel buio, non preoccupatevi: vi aiutiamo noi! Partiamo subito da un indizio molto importante: deriva dal francese “troubier”. È giunto il momento di svelarvi di cosa si tratta: è la tovaglia da tavola! Esiste anche un proverbio che la utilizza: “Cu metti tavulu, metti trubberi”, per indicare che chi invita qualcuno per un pasto, ha tutte le spese a carico. Certo che la lingua siciliana è davvero affascinante, vero?

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