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Alla scoperta della villa dell’Isola Bella.

  • Villa Bosurgi, un rifugio segreto nell’isoletta della Perla dello Jonio.
  • A Taormina c’è un prezioso esempio di bioarchitettura ante litteram del secolo scorso.
  • Ecco perché è unica nel suo genere.

Quando si pensa all’Isola Bella di Taormina, vengono subito in mente il suo mare e la sua natura straordinaria. Un lussureggiante giardino, circondato dal mare cristallino. Tra le sue attrattive c’è anche Villa Bosurgi, uno straordinario esempio di bioarchitettura del secolo scorso, che da sabato 3 luglio 2021 è tornato visitabile. Un’occasione da non perdere, considerato anche lo strepitoso contesto che si trova intorno. Scopriamo meglio cosa la rende davvero speciale.

La storia dell’Isola Bella ha inizio in un passato assai remoto, ben prima che si potesse parlare di questa villa. Fu nel 1806, infatti, che Ferdinando I di Borbone la donò al sindaco di Taormina Pancrazio Ciprioti, il quale la vendette successivamente nel 1890 a Florence Trevelyan. La nobildonna di origine inglese vi introdusse le prime essenze esotiche. In seguito passò alla famiglia Lo Turco che, a sua volta, la cedette nel 1938 alla famiglia Bosurgi. Nel 1963, per eredità passò ai figli Emilio e Leone. I noti imprenditori messinesi ostruirono diverse unità abitative scavate nella roccia ed integrate perfettamente nella vegetazione.

Cosa rende unica Villa Bosurgi

Villa Bosurgi vanta un’unicità paesaggistica, evidente nei particolari che la caratterizzano. L’asperità delle rocce calcaree si sposa con una serie di stanze e belvederi sovrapposti, collegati da scalinate interne e ed esterne. Ci sono volte e paesaggi nascosti, rivestiti con pietre, che contribuiscono a conferire all’Isola Bella un aspetto unico e affascinante, un’armonia complessiva del paesaggio davvero inimitabile. Oltre alle due sale con le spettacolari terrazze sul mare, i visitatori possono adesso scoprire finalmente la piscina della villa. Gli storici proprietari, attraverso un sistema di pompe idrauliche, la riempivano di acqua salata. Recuperato anche un affascinante locale per cucinare all’aperto: un ambiente circolare con finestre quasi “ricamate” nella roccia che sembrano quadri sulla baia. Ristrutturata anche la cosiddetta “piscina coperta”, un ampio spazio al pian terreno, con uno scenografico finestrone sul mare. Foto: Solomonn Levi – CC Attribution-Share Alike 4.0 International.

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