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Bastarduni scuzzulatu! Prestate attenzione, perché se lo dite ad un uomo rischiate di beccarvi una bella querela per ingiurie. Riferito invece al ficodindia è il miglior “complimento” che gli si possa fare.

Ma sapete quale è la storia del ficodindia scuzzulatu?

Badate bene, è una storiella e nient’altro, questa che si racconta sulla nascita del ficodindia scuzzulatu; una storiella simpatica che se non vera potrebbe però esser verosimile. Pare che una volta un contadino, indispettito perché i fichidindia del vicino si erano troppo “affacciati” sul suo confine, ed anche invidioso perché quelle piante erano più rigogliose e davano frutti più abbondanti dei suoi,  pensò di vendicarsi andandogliene a recidere nottetempo alcune pale  con i relativi fiori.

Ma a volte si sa, quello che ti vien tolto con una mano in qualche caso la natura te lo rende con due.

Fu così infatti che i fiori rinacquero, sebbene in ritardo e meno numerosi, e grazie a questa “potatura” forzata produssero anche dei deliziosi frutti autunnali che oggi tutti chiamiamo bastardoni o scuzzulati. Frutti che, oltre ad avere caratteristiche organolettiche più pregiate, sono anche molto più grossi e carnosi del normale.

Insomma il contadino invidioso rimase beffato e con un palmo di naso; e poco ci voleva che non morisse di crepacuore, visto che il vicino vendette tutti i suoi frutti a maggior prezzo realizzando più alti guadagni.

Originario del Messico, il ficodindia ha trovato nella nostra splendida terra il suo habitat naturale; è qui che proprio in questo periodo tra ottobre e dicembre è possibile gustarne i frutti migliori nelle diverse varietà della muscaredda, della russigna detta anche sanguigna e della surfarina.

Di Nando Cimino

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