Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Agira, splendida cittadina della provincia di Enna, ha celebrato ufficialmente il suo ingresso tra i Borghi più Belli d’Italia, con la consegna della bandiera simbolo dell’associazione. Si tratta del 24esimo comune siciliano a ottenere questo titolo, il quarto per quanto riguarda la provincia ennese. Con gli ingressi più recenti, sono saliti a 361 i borghi del circuito, tutti valutati positivamente dopo il procedimento di certificazione che conta ben 72 parametri.

Il borgo di Agira vanta una storia antica e sorge sul sito della greca Agyrion, sopra il monte Teja, di cui occupa la sommità e le pendici. Le suo origini affondano le radici nel passato e, secondo Diodoro Siculo, aveva origini sicule. Fino al sorgere di Siracusa ed Agrigento, fu una delle maggiori città della nostra Isola. Intorno all’XI secolo i Siculi, provenienti dalla penisola italica in fuga dagli Osci, si scontrarono con i Sicani, che furono confinati nelle parti meridionali e occidentali. Alcuni scavi archeologici hanno permesso di rintracciare nell’area del castello medievale cospicui resti della città greca.

Agira
Agira – Foto Davide Mauro – CC BY-SA 4.0.

Le cassatelle

Al di là delle bellezze del territorio, la cittadina è celebre anche per un prodotto tipico della pasticceria: le cassatelle di Agira, diffuse in tutta la provincia di Enna e in parte della Sicilia orientale. Sono gusci di pasta frolla, a forma di mezzaluna, riempiti con un impasto di cacao, mandorle tritate, farina di ceci, zucchero e scorza di limone, con eventuale aggiunta di cannella. Si trovano tranquillamente tutto l’anno e alcuni pasticceri hanno rivisitato la ricetta tradizionale, creando una variante al pistacchio.

L’Associazione Borghi più Belli d’Italia nasce nel 2002, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i piccoli centri che hanno saputo progettare e conservare la loro bellezza e il loro spirito autentico. Un immenso patrimonio storico, artistico e culturale, in alcuni casi poco conosciuto. La rete serve anche a favorire il cosiddetto “turismo di prossimità“, attento alla cultura locale.

Foto in evidenza: Stelmb – Own work, CC BY-SA 4.0.

Articoli correlati