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Le Camere dello Scirocco di Palermo sono ingegnosi esempi di creatività. Si tratta di grotte artificiali, scavate nella roccia per trovare refrigerio nei giorni più caldi. Chiunque viva in Sicilia o si sia trovato a trascorrere l’estate sull’isola, sa bene quanto possa essere insopportabile la calura più estrema.

Nel capoluogo esistono diversi esempi di camere dello Scirocco. Questi sistemi si basano su tre elementi: la grotta, la corrente d’aria e l’acqua. L’utilizzo della camera dello Scirocco era molto diffuso tra il XVI e il SVIII secolo, soprattutto per allietare i soggiorni estivi.

La definizione si trova per la prima volta in un documento del 1691, in riferimento a una stanza sotterranea che si trova nella Villa delle Quattro Camere del duca di Terranova, ma il sistema è sicuramente antecedente.

Come funziona la camera dello Scirocco?

Nella roccia calcarenitica si scava una grotta artificiale. Questo tipo di roccia è stabile, ma facile da lavorare. La funzione di raffrescamento è incrementata dall’acqua, presente come sorgiva artificiale o come fontana. In alcuni casi si sfruttava il qanat (una specie di acquedotto sotterraneo). Il resto del lavoro è affidato alle correnti d’aria, che spesso si garantivano con una canna di ventilazione sulla volta della grotta. Così l’aria calda usciva e si agevolava anche l’evaporazione dell’acqua, al fine di migliorare il comfort interno.

Di norma, le Camere dello Scirocco funzionavano così, ma vene sono alcune atipiche. La camera dello Scirocco di Villa Naselli Agliata, sempre a Palermo, è forse la più antica e, a differenza di quelle settecentesche, ha una costruzione simile alle torri del vento orientali, utilizzata per il tiraggio dell’aria calda interna. La camera dello Scirocco di villa Savagnone, invece, è dotata di una piccola cascata ed è l’unico esempio di camera dello Scirocco all’aperto.

Camere dello Scirocco Palermo

Le camere dello Scirocco di Palermo più famose, oltre quelle citate, si trovano alle spalle del Palazzo delle Poste Centrali, nel Palazzo del Barone Colluzio, nel rione Balate all’Albergheria, nel Vicolo degli Orfani (Grotta dei Beati Paoli), al Capo, nella Chiesa dei Calzolai, a Casa Professa, nel cortile di Palazzo Marchesi.

Foto: Le Vie dei Tesori

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