Le accuse reggono anche in appello. E sono 37 le condanne inflitte. Due sole le assoluzioni. Nell'ottobre 2012 il blitz della Sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile azzerò le famiglie della Noce, di Cruillas e di Altarello. Il mandamento sarebbe stato retto da Fabio Chiovaro, mentre Franco Picone avrebbe vestito i panni del capo carismatico. Chiovaro, finito in carcere nell'ottobre del 2010, era stato costretto a farsi da parte fino a maggio del 2011.

Una volta tornato in libertà, come si legge su "LiveSicilia", si era ripreso lo scettro del comando. Salvatore Seidita sarebbe stato alla guida del gruppetto dei ribelli, poi rientrati nei ranghi, composto da Giuseppe Sammaritano, Umberto Maltese e Antonino Bonura. La mappa del potere degli investigatori piazzava Gaetano Maranzano alla guida della famiglia di Cruillas, coadiuvato da Domenico Spica. Ad Altarello, invece, avrebbe comandato Vincenzo Tumminia.

I reati contestati nel processo andavano dall'associazione mafiosa all'estorsione, dal traffico di sostanze stupefacenti, all'interposizione fittizia di beni, al possesso e uso illegale di armi da fuoco. Cambiava la mappa del potere, ma l'imposizione del pizzo restava una costante per vecchi e nuovi boss. Tanti, troppi commercianti e imprenditori continuavano a pagare. Alcuni, però, trovarono la forza di denunciare, ad esempio i vertici della Magnolia fiction: i boss erano andati a imporre la messa a posto persino sul set de "I Segreti dell'acqua" con Riccardo Scamarcio.

Questi gli imputati e le pene inflitte con uno sconto di pena rispetto al primo grado: Fabio Chiovaro (14 anni e 6 mesi), Tommaso Tognetti (11 anni e sei mesi), Felisiano Tognetti (10 anni), Francesco Picone (21 anni e 8 mesi in continuazione con una precedente condanna), Salvatore Seidita (12 anni), Vincenzo Tumminia (11 anni), Gaetano Maranzano (12 anni), Cosimo Michele Sciarabba (8 anni), Domenico Spica (8 anni e 6 mesi), Giovanni Seidita (6 anni), Giuseppe Sammaritano (8 anni e 10 mesi), Santino Chiovaro (8 anni e quattro mesi), Santo Pitarresi (5 anni e 9 mesi), Girolamo Albanese (5 anni e 9 mesi), Nicolò Giacomo Sciarratta (8 anni e 6 mesi), Giovanni Guddo (8 anni e 6 mesi), Carlo Castagna (12 anni e 8 mesi), Tommaso Castagna (8 anni e 8 mesi), Gaetano Castagna (8 anni e otto mesi), Antonio Giuseppe Enea (8 anni), Giuseppe Di Benedetto (5 anni), Saverio D'Amico (6 anni e sei mesi), Umberto Maltese (8 anni e 6 mesi), Antonino Bonura (8 anni), Gaspare Bonura (9 anni e 2 mesi), Giovanni Matina (10 anni), Renzo Lo Nigro (10 anni e 6 mesi), Marcello Argento (9 anni), Giuseppe Bonura (4 anni e 4 mesi ), Giuseppa Mirabella (2 anni), Umberto Sammaritano (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Acone (2 anni), Vincenzo Toscano (1 anno e otto mesi), Giacomo Abbate (1 anno e 8 mesi), Alessandro Guddo (1 anno 8 mesi), Salvatore D'Amico (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Landolina (2 anni).

Assolti Giovanni Seidita (in primo grado era stato condannato a sei anni per mafia) e Dario Giunta (1 anno e 8 mesi in primo grado per intestazione fittizia di beni).

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