Non poteva mancare anche l’omaggio di Fiorello a Gianni Minà in seguito alla sua recente scomparsa. Lo showman catanese lo ha ricordato in occasione della scorsa puntata di Viva Rai2. Scopriamo, di seguito, cosa ha detto.
Fiorello ricorda Gianni Minà a Viva Rai2
Fiorello ha ricordato a Viva Rai2 insieme alla recente scomparsa dell’attore Ivano Marescotti anche quella di Gianni Minà scomparso lo scorso lunedì 27 marzo ad 84 anni. Nel ricordarlo ha raccontato come nacque la gag radiofonica in cui Fiorello imitava la voce di Minà che elencava una serie di nomi di suoi incontri improbabili.
La gag radiofonica su Minà ai tempi di Viva Radio 2
Fiorello ha, inoltre, raccontato come è nata la gag radiofonica su Gianni Minà ai tempi di Viva Radio 2 : “Nacque ai tempi di Viva Radio 2 con Marco Baldini, dopo che una mattina incontrai Minà in un corridoio di via Asiago, dove registravamo la trasmissione, con una mazzetta di giornali sotto il braccio. All’improvviso gli cadde una foto”, ha continuato Fiorello, “la raccolsi io e vidi che ritraeva Minà insieme al Dalai Lama, a Roberto De Niro e a Ivana Spagna. Allora gli chiesi come fosse stato possibile e lui mi rispose: ‘Ma sai, sono gli incontri della vita'”.
L’intervista di Gianni Minà durante la finale di tennis
Tra gli aneddoti che in questi giorni circolano su Gianni Minà vi è quello che lo ricorda come l’unico che potesse cui potesse venire in mente l’idea ( messa poi in pratica) di entrare in campo con il microfono durante una finale, per intervistare i protagonisti di un match non ancora terminato. E’ stato un caso unico ed, infatti, lo si è visto una sola volta nella storia del tennis.: proprio quella. Conosceva tutti, e già sapevi che avrebbe conosciuto anche quelli di cui si sarebbe parlato di lì a poco o di lì a molto. E’ proprio questo il concetto che Fiorello ha tradotto in uno dei suoi più azzeccati cult radiofonici, quello dell’eravamo io, Bob De Niro, Fidel Castro e Gabo Marquez, al quale di giorno in giorno se ne aggiungeva uno, da Ivan Pedroso a Paco Peña, fino a Carlo Croccolo. “Io vulisse avé l’aggenda e’ Minà”, diceva Troisi, al quale Gianni voleva un bene profondo. Concupito e indispensabile, Gianni, perché ti descriveva le persone che aveva conosciuto, e non era davvero come ascoltare un elenco delle presenze, il c’era questo e c’era quello, ma un modo per togliersi l’uzzolo di sapere com’erano davvero quei “grandi” che sarebbe stato difficile conoscere.