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Il finto conte siciliano e la star francese. Cosa lega Pepito Abatino, “Conte” di Calatafimi, e Josephine Baker? Una storia siciliana che pochi conoscono. Mettetevi comodi, perché potrebbe benissimo essere uscita da un racconto.

  • Pepito Abatino, il Conte di Calatafimi.
  • Nacque in Sicilia e fu artefice del successo di Josephine Baker.
  • La storia che lega la Sicilia alla Francia.

Chi era Pepito Abatino, il finto Conte siciliano

Esistono storie che sembrano uscite da un romanzo. Racconti di vita vera ma che, tuttavia, potrebbero essere nate dalla penna di uno scrittore. Se vi dicessimo il nome di Pepito – Giuseppe – Abatino, vi suonerebbe noto? Probabilmente no. Eppure è un personaggio decisamente affascinante.

Non tutti sanno chi è stato questo enigmatico personaggio siciliano. Difficile immaginare come Pepito, che si inventò il titolo di Conte di Calatafimi, abbia fatto le fortune sue e di Josephine Baker. Lei, la diva che da St. Louis calcò i palcoscenici di tutto il mondo tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento.

Pepito nacque a Calatafimi nel 1898. Il padre Tommaso, figlio di Raffaele, era nato nel 1860 a Catanzaro, e la madre, Maria Immacolata Mulè Li Bassi, a Palermo, nel 1861. Visse nel Trapanese per pochi anni, quindi si trasferì a Palermo, per poi emigrare a Parigi, poco dopo la fine della prima guerra mondiale.

Non si sa tanto del suo soggiorno parigino, a parte che iniziò a farsi chiamare Conte di Calatafimi. Così entrò nei salotti di Parigi. Nel 1925 conobbe Josephine Baker, da poco arrivata in Francia. Allora era una soubrette poco conosciuta negli ambienti del Charleston.

Pepito conosce Josephine Baker

Pepito Abatino la scoprì, appena ventenne, al Casinò de Paris. Giuseppe se ne innamorò: ne diventò manager e compagno di vita. Era amico di impresari e direttori di teatro, tra cui tale Derval, direttore delle Folies-Bergère. Qui Joséphine, nel 1926, esordì con la rivista “La folie du jour”. Il successo fu pressoché immediato.

Si deve a “Pepito” Abatino la scopert dell’allora sconosciuta Joséphin. Fu lui a farla scritturare alle “Folies-Bergèr”. L’influenza di Josephine Baker anche sul costume e sulla moda fu innegabile: la chiamavano “La Perla Nera” e “La Dea Creola“.

Josephine e Pepito si sposarono. La carriera di lei proseguì, tra cinema, teatro e celebrità. Fu stravagante sul palco e sulla vita: ebbe un leopardo, uno scimpanzé, un serpente, un maiale, una capra, un pappagallo, diversi pesci, tre gatti e sette cani.

Josephine Baker, una vita da star

Josephine fu la prima star Afro-Americana di un film di successo con la sua interpretazione di “Zou-zou”, la cui sceneggiatura fu firmata da Pepito il quale firmerà anche le scene de “La Principessa Tam Tam”.

Su La Sicilia si trova una testimonianza di Arys Nissotti, che rivela qualcosa di più su Pepito Abatino. «Volevo molto bene ad Abatino – racconta – l’avevo conosciuto a Tunisi come manager di Joséphine. Terribile, intelligentissimo, molto duro ma di una correttezza perfetta in affari. Eravamo diventati molto amici. Conte italiano? Sì… so che si è anche detto che non era mai stato conte. Si diceva che fosse stato decorato dalla Guardia italiana di cui era stato un brillante ufficiale prima di innamorarsi pazzamente di Joséphine».

George Simenon, che nel 1926 era un cronista (poi diventerà uno scrittore di successo), conobbe il 2 gennaio 1925 Joséphine Baker. Se ne innamorò e fu lui, a quanto pare,  a svelare all’artista la vera identità del “suo” Pepito, mettendola in guardia.

In una lettera inviatale nel 1927 scrive: «Ti dico che il tuo Pepito è un impostore. Egli è conte come io sono presidente degli Stati Uniti. Si chiama Giuseppe Abatino e lavorava come gigolo da Zelli prima di metterti le mani addosso. É uno scroccone, un truffatore, un parassita. Non è mai stato capace di pagarsi una birra con il proprio denaro. Non ha mai lavorato. É piuttosto del genere che fa lavorare le donne, sai cosa voglio dire. Ho fatto una piccola ricerca. Non è mai esistito un Abatino nobile in Italia. Tu vuoi sapere sotto quale professione è registrato al commissariato di polizia? Io te lo dico ugualmente: stuccatore! É un muratore il tuo conte!».

Pepito e Joséphine furono compagni di lavoro e nella vita, come si legge anche nel dettaglio in un recente libro di Antonio Fiasconaro (“La Principessa Tam Tam e il sedicente conte”, Nuova Ipsa). Si sposarono, ma non si sa esattamente quando perché gli atti riportano due date: 1927 e 1931. Il siciliano morì di tumore a Parigi nel 1936 a soli 38 anni, mentre l’attrice si spense quaranta anni dopo, nel 1975. Foto di Pubblico Dominio.

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