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Riqualificazione Cretto di Burri: sopralluogo di Nello Musumeci.

  • Il presidente della Regione Siciliana si è recato presso il grande sito artistico di Gibellina, per verificare lo stato dei luoghi.
  • La Regione vuole avviare un’opera che possa riqualificare la grande area, importante esempio di land art in Sicilia.
  • Ecco le prime anticipazioni sugli interventi che si vogliono avviare.

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha effettuato un sopralluogo al Cretto di Burri di Gibellina. Insieme a lui c’erano il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina e al sindaco del centro del Trapanese, Salvatore Sutera. La visita è nata dall’esigenza di verificare di persona lo stato dei luoghi. L’obiettivo della Regione è l’avvio di un’opera di riqualificazione Cretto di Burri: si tratta di azioni che consentano una maggiore fruibilità del monumento realizzato nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta nel 1968 dal terremoto del Belice.

«Stiamo lavorando – evidenzia Musumeci – alla valorizzazione della Valle. A dicembre abbiamo deliberato elenco di 25 interventi per salvaguardare beni culturali e di emergenze architettoniche su cui intervenire, fra cui il “Cretto di Burri”. Un’opera di grande originalità che rimane ancora da completare per assicurare l’accessibilità al monumento, per la riqualificazione dell’area, per l’impianto di illuminazione e per i servizi essenziali da garantire ai visitatori oltre a una efficace campagna pubblicitaria nazionale».

Il significato del Cretto di Burri

Il cretto di Burri o cretto di Gibellina è il nome con cui è colloquialmente conosciuto il Grande Cretto. È un’opera di land art site-specific di Alberto Burri, che la realizzò tra il 1984 e il 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina (completamente distrutta nel 1968 dal terremoto del Belice).

Burri progettò un gigantesco monumento che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città: esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, attualmente cementificate dall’opera di Burri. Dall’alto l’opera appare come una serie di fratture di cemento sul terreno, il cui valore artistico risiede nel congelamento della memoria storica di un paese. Ogni fenditura è larga dai due ai tre metri. I blocchi sono alti circa un metro e sessanta e ha una superficie di circa 80 000 metri quadrati, facendone una delle opere d’arte contemporanea più estese al mondo. A circa 350 metri dall’opera, è possibile vedere anche i resti dei ruderi di Gibellina.

 

Foto: Fabior1984

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