Diciamoci la verità: in Sicilia abbiamo sempre preferito la pasta al riso. Eppure il Risu o furnu, cioè il Riso al Forno alla siciliana, è davvero una magia del gusto. Una ricetta ricca e saporita a base di riso, carne e ogni ben di Dio. Potremmo definirlo un “cugino” del celebre Sartù Napoletano.
Non tutti lo sanno, eppure la coltivazione del riso è sempre stata parecchio diffusa nella nostra bella Trinacria. Una storia che iniziò nell’VIII secolo, periodo in cui venne introdotta dagli Arabi fino ai primi del ‘900 lasciando indelebili tracce nella gastronomia siciliana. Non sono moltissime tracce ma, ad esempio, basta un nome su tutti: arancine (o arancini, a voi la scelta).
In generale possiamo dire che il riso non riscontrò molto successo nel Meridione, ad eccezione della Sicilia. Pensate che nel regno di Napoli venne importato dagli Aragonesi, ma il popolo gli preferiva la pasta. Il Sartù probabilmente nacque dalla necessità di adattare l’ingrediente al gusto di corte, sotto l’influenza della regina austriaca Maria Carolina.
I Monsù, cuochi francesi di corte, crearono nel Settecento questo piatto, arricchendo il riso con numerosi ingredienti e mascherandone il sapore con la salsa di pomodoro. Il nome stesso del piatto verrebbe dal francese surtout, il centrotavola che era in uso nel Settecento e che poteva anche essere usato per portare in tavola il sartù, cucinato come un timballo.
Parlando di timballi, non si può non pensare alla Sicilia e alla sua versione del Riso al Forno. Nel testo “La cucina di derivazione araba” di Tommaso d’Alba (Vittorietti, Palermo 1980) è riportata una ricetta per preparare un sontuoso Risu o furnu: che ne dite di provarlo?
Ingredienti
Procedimento
Buon appetito! – Foto: Ryan Anger – Licenza.