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Di Nando Cimino

       E’ il classico cibo da strada siciliano, arcinoto ed apprezzato in tutta la regione e non solo.
Parliamo ovviamente della panella, ovvero di quel sottile impasto dal gusto inimitabile che per tanti di noi è un alimento di uso quasi giornaliero; lo mangiamo infatti come “corroborante” prima colazione, non disdegnandola però nemmeno a pranzo o a cena. Ma vi siete mai chiesti quando è dove nata o chi l’ha inventata? –

         Su luoghi è date non so darvi certezze. Forse la “produzione” di panelle fritte in Sicilia e  pare più precisamente a Palermo, inizia nel tardo medioevo ovvero nel periodo degli Angioini; era un cibo da poveri che piaceva però tanto anche ai ricchi.

Ma si è sempre mangiata fritta come oggi oppure quella odierna, anche nella forma, è una evoluzione di altri tipi di preparazione e cotture che si sono modificate nel tempo?

Chissà. Nella storia della panella una certezza comunque c’è; e cioè che anche in questo caso  ci ritroviamo in qualche maniera ad avere a che fare con la cucina araba.

Per carità non che l’abbiano inventata loro; rischierei, così come è successo per la cassata, di attirarmi  le ire di quanti, pur di non rinnegare le proprie convinzioni, preferiscono far spallucce anche di fronte alle evidenze storiche.

E’ comunque inconfutabile, almeno così ci dicono gli esperti, che furono proprio gli Arabi che tra il IX° e XI° secolo incominciarono a macinare i ceci ricavandone una farina giallognola e dal sapore non proprio gradevole, che consumavano cotta dopo averla mescolata con acqua. Ma poco importa; in ogni caso, arabi o no, tonda o quadra, con  prezzemolo o limone, in mezzo alla mafalda o con il vecchio muffulettu ri parrini, meno male che la panella c’è!

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