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Nelle campagne di Blufi, sulle Madonie, esiste una singolare fonte di olio “miracoloso”. La sorgente è una meta di pellegrinaggi, grazie alle proprietà di questo olio minerale, utilizzato per curare alcune malattie cutanee, ma anche come vermifugo. Poco distante sorge, invece, il Santuario della Madonna dell’Olio. L’esistenza di una chiesetta nel luogo in cui sorge il santuario è testimoniata sin dal Medioevo.

In un manoscritto del 1832 così si legge del santuario: “è fuor di dubbio che quel Santuario è soggetto al Rev.mo Arciprete di Petralia Soprana, che la Chiesa nell’ottavo secolo fu costruita dai fedeli sparsi nell’economie di quelle vicine campagne, e riedificata dalla pietà del clerico D. Francesco Ferrara di detta Petralia nel 1762″.

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La denominazione Madonna dell’Olio deriva, molto probabilmente, proprio dalla vicina fonte di olio. In generale, comunque, vi sono nella zona molti oliveti, che avrebbero dato il nome anche al torrente Oliva, che lambisce il colle del santuario.

Come abbiamo già anticipato, dalla sorgente sgorga un olio minerale molto richiesto. La composizione è sempre stata oggetto di studio da parte degli scienziati. Secondo la leggenda, anticamente vi era un olio commestibile, mutato nell’olio attuale perché ne veniva attinto più del necessario.

A causa dell’esaurimento della prima sorgente, sarebbe avvenuto un cambiamento di ubicazione della stessa. Poche le certezze in merito, dunque, ma i fedeli non hanno dubbi: quell’olio è il risultato dell’intercessione della Madonna per curare i loro mali, soprattutto le patologie della pelle.

Foto di  Vittorio Vizzini 

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