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Il tartufo gelato, è un dolce dal sapore un po’ retrò. Si tratta di un gelato alla nocciola che viene modellato nel palmo della mano, a forma di semisfera con un cuore di cioccolato fondente fuso e ricoperto da un spolverata di cacao amaro in polvere e zucchero. Pochi conoscono la storia del tartufo gelato e abbiamo deciso di raccontarvela perché vede come protagonista un siciliano. Ebbene sì, nonostante la patria di questo dolce, il Tartufo di Pizzo, sia Pizzo Calabro (Vibo Valentia), l’idea fu del maestro gelatiere Giuseppe De Maria, di origini siciliane e noto come “Don Pippo“. Ma procediamo per gradi. Di tartufo gelato si parla dagli anni Cinquanta in poi. Nel 1950 Dante Veronelli, un imprenditore originario di Milano, sposò ragazza di Vibo Valentia e andò vivere in Calabria. Rilevò il “Gran Bar Excelsior”, diventato in seguito “Gelateria Dante”. Si avvalse, allora della collaborazione di Giuseppe De Maria, messinese. I due, infatti, erano stati compagni d’armi. L’ex commilitone, eccellente mastro pasticcere e gelatiere, formatosi nella prestigiosa pasticceria messinese “Da Irrera”, arrivò così a Pizzo.

L’invenzione del tartufo gelato

Nel 1952 Don Pippo rilevò a sua volta il Bar Dante, rimanendo, così, l’unico gestore dell’attività. Nel 1954 che il pasticcere messinese realizzò casualmente il prototipo di quello che sarebbe diventato uno dei gioielli della tradizione dolciaria calabrese. Il maestro gelatiere era alle prese con un importante ricevimento di nozze, quando si accorse di essere a corso di forme per confezionare il gelato per tutti gli invitati. Mise, dunque, nell’incavo della mano due porzioni di gelato, una alla nocciola e l’altra al cacao, ed inserì al centro del cioccolato fondente fuso. Avvolse il tutto in un foglio di carta alimentare ricavato dai sacchi dello zucchero e mise a raffreddare. Una volta solidificato, lo servì con una spolverata di polvere di cacao. Il dolce improvvisato riscosse un enorme successo tra i commensali. La nuova creazione, alla quale venne dato il nome di “tartufo”, raggiunse presto la notorietà.

La ricetta originale viene ancora custodita gelosamente dai nipoti del maestro “De Maria”. Nel 1950, Giorgio Di Iorgi e Gaetano Di Iorgi, i quali avevano iniziato la loro carriera lavorativa dentro la gelateria con il ruolo di camerieri, cominciarono ad apprendere l’arte della produzione del gelato. Quindici anni dopo, in seguito al pensionamento del maestro De Maria, Giorgio rilevò l’attività della Gelateria Dante, mentre Gaetano proseguì la produzione del Tartufo di Pizzo nell’attività di fronte (“Bar Ercole”) che acquisì insieme a suo fratello Antonio nel 1965. Da questo momento in poi, le attività Bar Dante e Bar Ercole vengono gestite a conduzione familiare, tramandandosi da padre in figlio la ricetta segreta per la realizzazione dei prodotti di gelateria.

Foto: Wikipedia

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