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C’è un angolo di Sicilia dove il tempo si è fermato. Non è un modo di dire: a Custonaci, in provincia di Trapani, la natura e la cultura si sono intrecciate così strettamente che sembrano parlare una lingua antica e viva, capace ancora di emozionare.

È proprio qui che si apre una nuova e ambiziosa sfida: candidare il paesaggio culturale di Custonaci alla lista propositiva nazionale per il riconoscimento come Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

La presentazione ufficiale a Roma

Il 28 maggio, nella prestigiosa cornice della sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma, verrà presentata ufficialmente la candidatura.

Custonaci non si propone solo come luogo da ammirare, ma come simbolo di un’armonia rara: quella tra uomo e natura, tra passato e presente. A testimoniarlo, la Grotta Mangiapane, abitata sin dal Paleolitico e trasformata oggi in uno dei presepi viventi più suggestivi d’Italia, e la Riserva naturale orientata di Monte Cofano, una cattedrale di roccia affacciata sul mare, silenziosa e sacra.

Una meraviglia da scoprire (o riscoprire)

Non è solo bellezza da cartolina: Custonaci è un racconto vivente. È il Perlato di Sicilia, il marmo chiaro e lucente che nasce dalle sue cave e parla di fatica e di arte. È il respiro degli antichi che si sente tra le pareti della Grotta Mangiapane.

È la vita che continua nelle mani dei pastori, dei contadini, dei pescatori, custodi di saperi che non si sono persi, ma trasformati in patrimonio. Ogni angolo, ogni sentiero, ogni odore di macchia mediterranea sembra ricordarci chi siamo stati — e chi potremmo ancora essere.

Foto Wikipedia - Andrea Albini

Chi ha già visitato Custonaci lo sa: è uno di quei posti che non si dimenticano. E chi manca da un po’ di tempo dalla Sicilia dovrebbe metterlo in cima alla lista per il prossimo ritorno. Perché qui la bellezza non è mai una posa, ma una presenza continua.

Ti basta una passeggiata nella baia di Cornino, con il Monte Cofano che veglia come un gigante buono sul mare turchese, per sentirti a casa.

Ti perdi tra le piccole strade del paese, tra le chiese in pietra chiara e i profumi che escono dalle case. E poi ti sorprendi a sorridere quando ti ritrovi di fronte alla Grotta Mangiapane: non una grotta qualsiasi, ma un piccolo villaggio dentro una caverna, dove ogni Natale si accende la magia del presepe vivente. Un’esperienza che è memoria, identità e fiaba.

“Custonaci è un unicum nel suo genere” — ha dichiarato il sindaco Fabrizio Fonte — “un luogo che merita tutela e riconoscimento internazionale per il suo valore storico, naturale e culturale”. L’assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato ha sottolineato il valore della candidatura, ricordando come questa terra sia stata scelta anche da registi e produttori per ambientarvi fiction di successo.

Custonaci, un set a cielo aperto

Custonaci, infatti, non è solo un gioiello paesaggistico e culturale: è anche un set a cielo aperto che ha affascinato il mondo del cinema e della televisione. Le sue atmosfere autentiche e la luce intensa della Sicilia occidentale hanno fatto da sfondo a produzioni amatissime. La Grotta Mangiapane è stata immortalata nell’episodio “Il ladro di merendine” della serie cult Il Commissario Montalbano.

La fiction Màkari, tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, ha scelto proprio Custonaci per molte delle sue scene, spaziando tra le cave di marmo e i paesaggi mozzafiato di Monte Cofano. Anche il film Viola di mare di Donatella Maiorca è stato girato qui, così come il recente Io sono Rosa Ricci, prequel della serie Mare Fuori, che ha scelto la baia di Cornino per raccontare una nuova storia intensa e popolare. Un palcoscenico naturale che continua ad attrarre registi e spettatori, dando ancora più risalto alla bellezza autentica del territorio.

Custonaci non chiede solo di essere visitata, ma di essere capita. È un richiamo profondo alla nostra identità mediterranea, all’equilibrio tra modernità e radici. È una lezione di sostenibilità, di rispetto per la terra, di orgoglio silenzioso ma potente. Se l’Unesco accoglierà questa candidatura, sarà un riconoscimento a una Sicilia che resiste e risplende. Ma anche se così non fosse, il solo fatto di candidarsi è già una dichiarazione d’amore per un territorio che ha tanto da dire — e che merita di essere ascoltato.

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