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Un gioiellino dell’architettura: palazzina dei Quattro pizzi all’Arenella.

  • Nella borgata marinara dell’Arenella di Palermo sorge un prezioso edificio.
  • Si tratta di una palazzina quadrangolare neogotica, chiamata così per le quattro guglie che la sovrastano.
  • La costruzione è l’unico edificio neogotico costruito dall’architetto Carlo Giachery.

Nel cuore di una delle più famose borgate marinare di Palermo c’è un’edificio unico nel suo genere. Un piccolo tesoro che quasi non si nota, nascosto tra i palazzi più moderni. Quell’edificio è noto come Palazzina ai Quattro Pizzi dell’Arenella e rappresenta l’unico edificio in stile neogotico firmato dall’architetto Carlo Giachery. La palazzina sorge nel complesso della Tonnara dell’Arenella, che ha origini molto antiche, come il sistema di pesca cui faceva riferimento. Nel 1844 i Florio commissionarono al giovane architetto la riconfigurazione estetica dell’antica tonnara all’Arenella, che avevano acquistato nel 1837. Nacque così la palazzina che prende il nome dalle torrette che abbracciano il revival gotico che andava di moda nel capoluogo siciliano in quell’epoca. Don Vincenzo Florio Senior voleva dare forma agli influssi della cultura anglosassone, cui aveva attinto in gioventù, creando un legame con le tante famiglie d’oltremanica presenti a Palermo in quel periodo.

L’esterno

I Quattro Pizzi, dunque, riprendono le architetture gotiche inglesi. All’esterno, al piano terra ci sono aperture di luce modeste, che si ampliano al piano superiore. Le due elevazioni sono marcate da una cornice a bastone, sorretta da archetti. Le aperture del primo piano, con un leggero gioco di rincassi, si aprono nella parete che prosegue e si concludono in un’altra serie di archeggiature intrecciate, che sostengono la cornice terminale, sui cui poggia un muretto d’attico, concluso da una merlatura. Originariamente i famosi “pizzi” si slanciavano al di sopra della merlatura di coronamento, concludendosi con acuminati pinnacoli. Una delle torricelle fu danneggiata dal terremoto del 1968.

Gli interni

La vera sorpresa sono gli interni. La sala al primo piano regala alla vista una decorazione fastosa, colorata e raffinata. Si segna così il passaggio dallo stile anglosassone e quello revivalistico del periodo ruggeriano. I motivi, infatti, sono un richiamo alla decorazione della sala di Ruggero del Palazzo dei Normanni. I disegni multicolore delle volte sono davvero splendidi. I Florio utilizzarono spesso la palazzina per ospitare amici e personalità illustri. Ad esempio lo zar di Russia Nicola I, con la zarina Alessandra e la figlia Olga, visitò la palazzina dei Quattro Pizzi nel 1845. I tre rimasero talmente affascinati da volere una decorazione così composita delle volte e ne commissionarono una copia identica per la loro residenza imperiale di San Pietroburgo. La chiamarono “Sala Renella”.

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