Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Vecchio frack” è una delle canzoni più iconiche e rappresentative di Domenico Modugno. Il brano, pubblicato per la prima volta nel settembre del 1955, racconta l’ultima passeggiata notturna di un uomo in frack, prima che il suo corpo venga ritrovato senza vita in un fiume.

La canzone si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto, il suicidio di un uomo appartenente all’alta società. Con pochi semplici e malinconici versi, il cantautore pugliese racconta un vero e proprio dramma, una storia di solitudine e morte, che all’epoca aveva riempito le pagine di tutti i giornali.

Ma chi era quell’uomo in frack? In pochi sanno che quell’uomo elegante e distinto era un palermitano, il principe Raimondo Lanza di Trabia, appartenente a una delle famiglie nobiliari più importanti della città, caduto “accidentalmente” da una finestra dell’Hotel Heden di Roma in via Ludovisi.

Chi era il principe Raimondo Lanza Branciforte di Trabia

Il principe era il figlio naturale di Giuseppe Lanza Branciforte, Principe di Scordia e di Maddalena Papadopoli Aldobrandini, Principessa Spada Potenziani, nato ad Arcellasco nel 1915, al di fuori del matrimonio.

Fu solo grazie all’intervento della nonna paterna Giulia Florio, che Raimondo acquisì i titoli e i diritti ereditari, grazie a un decreto di legittimazione come figli naturali di Giuseppe Lanza, concesso alla nobildonna da Mussolini.

Il nobile diventerà così ufficialmente il principe Raimondo Lanza Branciforte di Trabia.

Il principe fu allevato dai nonni paterni e trascorse la sua infanzia e adolescenza tra Palermo, a Palazzo Butera, e Polizzello, un piccolo borgo a pochi chilometri da Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, nel palazzo di famiglia immerso nella campagna e nella pace assoluta. Qui Raimondo visse giorni felici, giocando con gli amici tra le mura del suggestivo Castello di Mussomeli.

Colto, affascinante, arguto e carismatico, il nobile palermitano condusse una vita agiata e irrequieta, ricca di avventure e notti brave all’insegna del vizio e del lusso più sfrenato. Oltre a essere stato un eroe della resistenza, il nobile fu un impareggiabile atleta e un imprenditore, un nome altisonante nella società che conta.

Il nobile “dandy” all’epoca poteva, infatti, contare su tante amicizie altolocate come l’armatore greco Aristotele Onassis, lo Scià di Persia, l’avvocato Gianni Agnelli, Edda Mussolini Ciano, il comunista Antonello Trombadori, Pino Muceo, ma anche Giuseppe Tommasi di Lampedusa, Luchino Visconti e lo stesso Domenico Modugno.  

Susanna Agnelli, nel suo libro “Vestivamo alla marinara”, ha descritto al meglio la sua personalità: “Quando entrava in una stanza era come un fulmine. Tutti smettevano di parlare o di fare quello che stavano facendo. Gridava, rideva, baciava tutti, scherzava. Divorava il cibo come una macchina per tritare rifiuti, beveva come un giardino assetato in un deserto, suonava il pianoforte, telefonava e mi teneva la mano, tutto contemporaneamente”.

Il principe Raimondo fu un grande appassionato di sport, il primo a inventare il prototipo di Calciomercato, Presidente della squadra rosanero, abile spadaccino, corridore automobilistico e tifoso di Tazio Nuvolari e si adoperò per far rinascere la “Targa Florio” dopo la Seconda Guerra Mondiale.

“Il migliore medico di Palermo è l’Alitalia” era solito ripetere negli anni ’30. L’affascinante ed eclettico Raimondo si annoiava spesso dei salotti dell’aristocrazia palermitana e amava viaggiare in lungo e in largo, tra Europa e Stati Uniti, per arricchire la sua sete di conoscenza.

Il nobile sposò l’attrice Olga Villi, ma in realtà per tutta la sua vita fu un donnaiolo. Amante delle belle donne, il principe ebbe relazioni amorose con molti personaggi del mondo dello spettacolo, come Rita Hayworth, Joan Crawford e Carrol Baker.

Nel ricordare la sua scomparsa Modugno ha dichiarato “La interpretai come il segno struggente della fine di un’epoca”. Nonostante la sua vita da copertina, l’uomo cadrà, infatti, in depressione, morendo suicida a Roma il 30 novembre 1945, a soli 39 anni.

Foto in evidenza e interne da Youtube.

Articoli correlati