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I carabinieri hanno recuperato lo “scudo di Garibaldi“, donato dai siciliani dopo lo sbarco a Marsala. Lo scudo fu donato da Garibaldi alla città di Roma, che lo custodì nel Museo Capitolino, quindi è stato trasferito presso il Museo Nazionale del Risorgimento nel Palazzo del Vittoriano, come documentano vari cataloghi di esposizione. Il trafugamento sarebbe avvenuto nei primi anni del 2000. Non è ancora chiaro come possa essere sparito dal Museo del Risorgimento, per essere poi localizzato di recente presso l’abitazione di un architetto romano.

Si tratta di un’opera unica nel suo genere. È una scultura bronzea policroma di forma circolare, del diametro di 118 centimetri e del peso di circa 50 chili: venne realizzata da Antonio Ximenes, padre del più noto scultore Ettore Ximenes. Al centro dello scudo, al posto del brocchetto che serviva per colpire il nemico, c’è una conchiglia, sormontata dalla testa di Giuseppe Garibaldi. Fa da cornice una corona di quercia, cinta da un nastro, e sulle foglie sono incise le principali battaglie combattute da Garibaldi.

Lo scudo si compone di 8 raggi, in ognuno dei quali è inciso un gruppo allegorico che riporta gli stemmi delle principali città italiane, oltre a icone simboliche che rappresentano la carità, la giustizia, la gloria e la scienza strategica.

L’associazione Garibaldini per l’Italia ha ricostruito in tutte le sue fasi la storia del ritrovamento. Trovate i dettagli qui.

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