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Quella dei Tarocchi Siciliani è una storia interessante e, per certi versi, un po’ lacunosa. Tra i tanti mazzi di tarocchi esistenti, spiccano quelli di Sicilia. Da sempre tutto ciò che è occulto suscita un grande fascino e la lettura delle carte, soprattutto in passato, veniva tenuta in grande considerazione.

Il mazzo dei tarocchi siciliani è molto antico: venne riprodotto negli anni Settanta, ma poi se ne persero le tracce. Si compone di 63 carte, con disegni tipici, che differiscono per diversi dettagli da quelli tradizionali. Si dividono tra arcani maggiori e minori: quelli minori sono utilizzati per giocare, mentre quelli maggiori per la divinazione.

L’importanza dei tarocchi

Solitamente, erano le donne più anziane a intendersi di tarocchi: si leggevano in casa, tra parenti, o magari ci si recava da una cartomante. Non ci sono molte notizie sull’arrivo dei tarocchi in Sicilia. Si può dire che tra nobili e collezionisti circolavano alcune carte quattrocentesca. Il gioco dovrebbe essere arrivato nella seconda metà del Seicento, con un mazzo di origini fiorentine: una volta in Sicilia, però, vengono apportate alcune modifiche al mazzo, vengono eliminati diversi Trionfi per rendere più snello il gioco.

Ancora prima, si suppone che le carte da gioco siano arrivate in Europa intorno al Trecento, dai mercanti provenienti dall’Egitto e dalla Siria. La prima tappa sarebbe stata Valencia, poi Venezia. Pare, comunque, che la concezione di base dei tarocchi sia italiana. Siamo alla corte dei Visconti di Milano e Ferrara, intorno al Quattrocento: qui vennero unite 26 nuove carte a un mazzo di 52. Vennero aggiunte una Regina per ognuno dei quattro semi, una serie di 21 trionfi, il Papa, l’Amore, la Giustizia, il Diavolo, la Luna, l’Angelo e il Matto.

L’evoluzione dei Tarocchi Siciliani

Ma torniamo alla Sicilia.

Secondo alcuni documenti redatti dal Marchese di Villabianca, fu il Vicerè di Sicilia Francesco Gaetani, nel 1663, a introdurre i tarocchi in Sicilia. Questa teoria è smentita, però, fa un’altra fonte, che afferma che nel 1630 ne carte erano già in uso a Palermo. I tarocchi siciliani, comunque, sono molto diversi per carte e struttura generale.

Varie immagini e riporti iconografici furono sostituito per volontà della Duchessa di Caccamo, che a sue spese fece creare nuovi stampi. Col tempo i tarocchi subirono molte trasformazioni. Nei secoli le figure sono diventate più stilizzate e popolari, facilmente leggibili.

Il gioco divenne via via meno popolare e la stampa dei tarocchi siciliani fu presa da una signora catanese, Concetta Campione, che alla fine degli anni Trenta realizzava Tarocchi Siciliani. La tipografia stampava anche veline per avvolgere le arance e le carte, prima di essere inserite nella scatola di cartone, venivano avvolte da una velina. Con la crisi degli anni Sessanta-Settanta, le carte passarono alla Modiano.

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