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Chi era Vincenzo Puccio? Biografia. Dove è nato, cosa ha fatto, in quali vicende di cronaca è rimasto coinvolto. Processi e sentenze. Quanti anni aveva quando è morto, come è morto. Chi l’ha ucciso e dove.

Vincenzo Puccio

Vincenzo Puccio è nato a Palermo, il 27 novembre del 1945. Secondo quanto riportato dalle cronache del tempo, è entrato nella famiglia di Ciaculli, un quartiere del capoluogo, nei primi anni Settanta. Come altri membri della famiglia, operava in rapporto stretto con i Corleonesi. In origine era autista di Giuseppe Greco, detto “Scarpuzzedda”.

Puccio è stato arrestato la sera del 4 maggio del 1980, in flagranza di reato. È stato accusato dell’omicidio del capitano Emanuele Basile, insieme a Giuseppe Madonia e ad Armando Bonanno. Dopo un travagliato iter giudiziario, è arrivata l’assoluzione in primo grado (i procedimenti di secondo e terzo grado, invece, stabiliscono la loro colpevolezza.

Si pensa che fosse anche coinvolto negli omicidi del colonnello Giuseppe Russo, del giornalista Mario Francese, del magistrato Cesare Terranova e del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella. Nell’autunno del 1985 avrebbe ucciso, grazie all’appoggio di Salvatore Riina e con l’aiuto di Giuseppe Lucchese, il capo mandamento e amico Giuseppe Greco, in modo da prendere il suo posto.

Vincenzo Puccio

Vincenzo Puccio

Come è morto?

Vincenzo Puccio è morto all’alba dell’11 maggio del 1989: è stato ucciso mentre era detenuto nel carcere dell’Ucciardone, a Palermo. Il killer Antonio Marchese gli ha fracassato la testa nel sonno, con un colpo dato con una padella in ghisa. Quel giorno stesso aveva chiesto di parlare con il magistrato per cambiare cella.

Meno di un’ora dopo, nel cimitero dei Rotoli di Palermo, è stato ucciso a colpi di pistola anche il fratello di Vincenzo, Pietro Puccio, che aveva 36 anni. Un terzo fratello, di nome Antonino, è stato ucciso per strada, sempre a Palermo, il 5 luglio dello stesso anno. Secondo il collaboratore di giustizia Giuseppe Marchese, ad ordinare l’omicidio sarebbe stato il boss corleonese Totò Riina perché Vincenzo Puccio si stava organizzando con alcuni picciotti per prendere il potere assoluto di Cosa nostra, allora nelle mani di Riina.

“Il primo mafioso – riporta un articolo su La Repubblica a firma di Attilio Bolzoni, del 12 maggio 1988 – l’ hanno trovato morto nella sua cella dell’ Ucciardone alle 6,34. Il cadavere avvolto in una coperta, il cranio sfondato da una piastra di ghisa. Il secondo è stato sfigurato a colpi di fucile nel cimitero dei Rotoli alle 6,41. La radio della sua auto a tutto volume, i bossoli di un calibro 12 a terra. Due fratelli, una famiglia cancellata in una mattinata che annuncia nuove guerre e nuove mattanze. Escono di scena in 7 minuti i Puccio della piana dei Colli, killer e trafficanti di eroina che hanno fatto la storia più nera nella Palermo anni ’80. Due delitti in contemporanea, segnali che non promettono nulla di buono in un pianeta mafioso ormai sconosciuto e impenetrabile”.