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Centuripe, una forma unica al mondo.

  • La cittadina siciliana in provincia di Enna ha origini molto antiche e dei contorni inconfondibili.
  • Si caratterizza per quell’aspetto che, dall’alto, ricorda una figura umana o una stella marina.
  • Ecco da dove deriva quella forma e quali sono le origini di questo territorio.

La maggior parte dei paesi della Sicilia vanta una storia antica e ricca di sfaccettature. Camminare lungo le viuzze equivale a compiere un salto indietro nel tempo, conoscere il passato e comprendere meglio il presente. Alcuni di quei paesi, in più, offrono molteplici punti di vista, come Centuripe e la sua forma. Vedendo la cittadina dall’alto, c’è chi scorge una figura umana e chi, invece, una stella marina. Di certo c’è che l’effetto ottico è eccezionale: una pianta molto particolare, che si aggiunge a quelle altrettanto particolari di Grammichele (Catania) e di Avola (Siracusa). L’impianto cittadino è arroccato su un sistema montuoso maestoso, a metà tra Catania ed Enna. Dalla sommità, il panorama è dominato dall’Etna e lo sguardo spazia sulle vallate e sulla piana di Catania, fino ai Monti Erei e ai Nebrodi. E non finisce qui: visitiamo insieme questa cittadina.

Storia di Centuripe

Oltre alle bellezze paesaggistiche, vi sono anche importanti tracce archeologiche. Centuripe fu fondata dai Siculi intorno all’VIII secolo a.C. e, da quel momento, fu abitata senza soluzione di continuità fino al XIII secolo d.C.. Fu in quella data che Federico II di Svevia la distrusse. Venne poi rifondata tre secoli dopo. L’impianto urbano con le sue pittoresche viuzze pensate per una viabilità a trazione animale, è ancora quello cinquecentesco. Il periodo di maggiore splendore risale al dominio romano, tra III e I secolo a.C. Cicerone e altre fonti antiche riportano che i centuripini intrattenevano rapporti privilegiati con l’Urbe. In età imperiale, tra il I e il III secolo d.C. sorsero numerosi monumenti pubblici, tuttora conservati: che assieme a quelli di Taormina, Catania e Siracusa costituiscono le tracce più consistenti dell’architettura romana in Sicilia.

Lungo il corso dello fiume Simeto, ad esempio, ci sono i resti di un imponente ponte che affascinò già i viaggiatori del Settecento. All’interno o ai margini dell’abitato si trovano i resti, possenti, di altri monumenti di età imperiale. Vi sono due mausolei (“Castello di Corradino” e “Dogana”) e almeno due edifici termali (“Acqua Amara” e “Vagni”), ma non solo. Troviamo anche una grande cisterna in muratura, muraglioni di terrazzamento, una struttura (“Panneria”) di cui non si conosce l’esatta destinazione, un complesso architettonico in cui veniva celebrato il culto di Augusto e numerose statue della famiglia imperiale.

Foto di Salvo Russo

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