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Forse non tutti lo sanno, ma a Palermo, così come in altre città d’Italia, è possibile trovare ancora tracce degli Alberghi Diurni.

Questi luoghi, posizionati in zone strategiche delle città – come ad esempio nei pressi delle stazioni ferroviarie – servivano a cittadini e viaggiatori per l’igiene personale. Potremmo definirle delle “spa” di altri tempi, con docce, stanze da bagno e gabinetti, ma anche barbieri e parrucchieri, pedicure e manicure, cabine telefoniche, biglietterie, lavanderie e altri servizi accessori come calzolai, noleggio di ombrelli o lustrascarpe. Ce n’erano da Venezia a Palermo.

Alberghi Diurni e Bagni Cobianchi di Palermo

A introdurre gli Alberghi Diurni in Italia fu l’imprenditore bolognese Cleopatro Cobianchi, nel 1911: era tornato da un viaggio a Londra, dove questo tipo di struttura era già diffusa. Dei bagni Cobianchi di Palermo, oggi, rimane solo la struttura, che si allunga per 80 metri sotto le fondamenta del Teatro Biondo di via Roma. Si è parlato, negli anni, di recuperarli, ma si tratta di un intervento difficile e costoso.

La storia degli Alberghi Diurni ci racconta un’Italia che oggi non c’è più. Erano luoghi d’incontro, oltre che di pulizia, e funzionavano da veri e proprio centri benessere. Ci andavano i cittadini che non avevano adeguati servizi igienici a casa, così come i pendolari e i turisti.

I Bagni Cobianchi di Milano

Moderni templi della bellezza, erano spesso progettati da architetti importanti, che curavano ogni dettagli. Spesso erano in stile liberty. I clienti potevano usufruire di bagni dotati di vasca, doccia, terme e tutto ciò che avesse a che fare con la cura del corpo. Gli interni avevano finiture di lusso, come marmi, vetri, ceramiche artigianali e rubinetterie d’ottone.

Nel corso del tempo, ovviamente, questi luoghi divennero sempre meno popolari. Le case, infatti, sono state dotate di bagni interni sempre più sofisticati, così gli Alberghi Diurni hanno iniziato a essere meno frequentati fino al completo abbandono, negli anni Ottanta. Oggi rimane il ricordo, insieme a cartelli, insegne, finiture e qualche arredo.

In foto l’Albergo Diurno di Venezia

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