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Cardoncello, Fungo di Carne o Funciu di Ferula

Lo chiamano “Cardoncello” o “Fungo di Carne“, perché ha una consistenza davvero particolare. Viene cotto alla brace, proprio come si farebbe come una bistecca, ma rende benissimo anche trifolato o come completamento dei sughi per pasta e risotti. Secondo alcuni, il suo odore ricorda proprio quello della pasta di pane. Avete capito di cosa stiamo parlando? Si tratta proprio di lui: il Fungo di Ferla. Anche oggi vogliamo conoscere meglio un’eccellenza di Sicilia.

Fungo di Ferla: le caratteristiche

Questa tipologia di fungo cresce in diverse parti dell’Italia e, in ognuna, prende una denominazione diversa. Da noi è l’inconfondibile “Funciu di Ferula”. Il nome scientifico è Pleurotus Eringi. Quando è stagione, fa bella mostra di sé sui banchi dei mercati e nei menù dei ristoranti, nonché nelle cucine delle case. I veri intenditori non se lo possono perdere! Cresce sulla base del tronco spugnoso della Ferula, di cui si nutre quando la pianta diventa secca. Fin dall’antichità è noto e apprezzato per la sua bontà. Ecco come si presenta.

Il Fungo di Ferula ha un cappello carnoso e convesso, con un orlo sottile, leggermente vellutato e chiazzato da macule più scure. Il colore va dal beige biancastro al bruno, ma la colorazione può cambiare in base al clima: è più chiara, infatti, quando è esposto al sole. Le lamelle sono di color bianco-grigiastro, mentre il gambo è sodo e di colore biancastro, con macchie color ocra-ruggine. Di solito questi funghi crescono in gruppi compatti, più piccoli alla base. Si trovano anche singolarmente, vicini tra loro, ma sempre in prossimità di vecchi arbusti di Ferla.

Non vi consigliamo di andare a caccia del Fungo di Ferla, a meno che non siate esperti. Vi consigliamo, invece, di provarlo in una delle sue tante interpretazioni: in cucina è un vero protagonista! Foto: Wendell SmithLicenza.

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