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Il verdetto del Premio Italiano di Architettura 2021.

  • Il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni in Italia si trova in Sicilia.
  • È a Mazzarrone, provincia di Catania.
  • A firmarlo, l’architetto siciliano Maria Giuseppina Grasso Cannizzo.

Il talento Made in Sicily si aggiudica il Premio Italiano di Architettura 2021. Il riconoscimento è nato nel 2019: i fautori sono Triennale Milano e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il  Premio, che si svolge ad anni alterni tra Roma e Milano, intende valorizzare l’architettura italiana attraverso la promozione di opere realizzate da progettisti italiani o attivi in Italia il cui impegno è rivolto all’innovazione, alla qualità del progetto e al ruolo sociale dell’architettura.

In Sicilia il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni

In questa edizione, il Premio per il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni è andato a Maria Giuseppina Grasso Cannizzo per il progetto LCM 2018 / CASA-ASILO (Mazzarone, Catania, 2018). L’architetto siciliano ha trasformato un asilo in una abitazione a Mazzarone. La giuria ha riconosciuto “un valore di esemplarità civica e professionale per la capacità di intuire le qualità di un edificio anonimo simile alle tante porzioni di edilizia diffusa nel territorio italiano, reinterpretandole in una sapiente orchestrazione di interventi, puntuali, discreti, non appariscenti. Un progetto che restituisce alla vita della comunità un senso del tempo e di pluralità. Un lavoro che invita a riflettere sulla responsabilità dell’atto del costruire nella realtà di ogni giorno”. In Sicilia è arrivato anche un altro riconoscimento.

Menzione d’onore a Caltanissetta

Menzione d’onore per Margherita Manfra (Orizzontale) con il progetto CIVICO CIVICO, riqualificazione di un immobile di Riesi (Caltanissetta) confiscato a Cosa Nostra attraverso il workshop Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale: “un esempio virtuoso di recupero, trasformazione e rigenerazione di un edificio preesistente” basato su “un innovativo modello di autocostruzione in grado di coinvolgere progettisti, maestranze locali, abitanti e giovani architetti. Attraverso un sapiente lavoro sullo spazio, aperto e permeabile, la dimensione privata si fa pubblica, sono suggeriti nuovi usi dello spazio stesso e innescate dinamiche relazionali fatte di scambio, incontro”.

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