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Il Museo delle Marionette Antonio Pasqualino si trova nel quartiere della Kalsa di Palermo. Non è un museo come gli altri, ma è sicuramente un luogo affascinante, in cui lasciarsi trasportare dalla fantasia e dalla curiosità, in un viaggio fatto di marionette che provengono da tutto il mondo. Nel 2017 ha vinto il premio Icom come Museo dell’anno.

Antonio Pasqualino

La sua storia è indissolubilmente legata al suo fondatore, il medico chirurgo Antonio Pasqualino, che fu medico chirurgo, insigne antropologo e cultore della storia e delle tradizioni popolari della Sicilia. Insieme a un gruppo di intellettuali fu lui a fondare, nel 1965, l’associazione per la Conservazione delle tradizioni popolari.

Insieme alla moglie, Janne Vibaek, raccolse molte testimonianze, dai testi di scena ai pupi, salvando il tutto dall’oblio. Nel 1975 fu proprio l’Associazione a fondare il Museo Internazionale delle Marionette, dove trovarono sistemazione i materiali. Alla morte di Pasqualino, nel 1995, il museo gli è stato intitolato.

Il museo

La biblioteca del Museo contiene circa tremila volumi sulla storia dei pupi e delle marionette, sullo studio delle tradizioni popolari e molti copioni manoscritti ottocenteschi. La fornitissima videoteca consente di rivivere gli spettacoli teatrali di differenti culture e tradizioni, ma ciò che rende affascinante questo luogo dell’immaginazione è la raccolta di circa tremilacinquecento marionette a fili, a bastone e a guanto oltre, naturalmente, ai pupi palermitani, catanesi e napoletani.

In uno dei locali è stata allestita la ricostruzione del teatro di Gaspare Canino di Alcamo, i cui splendidi pupi sono conservati nelle prime due sale del museo. Al teatro di Alberto Farina appartengono, invece, le marionette a fili del Barbiere di Siviglia; in un altro luogo senza tempo si possono ammirare le figure del teatro delle ombre di Bali.

Il mondo degli spettacoli dei pupi siciliani, che nell’Ottocento divenne un fenomeno di massa, è rappresentato dalle collezioni di pupi appartenenti alla scuola catanese (più alti di quelli palermitani e con le ginocchia più rigide) e a quella palermitana con le teste tonde in legno e gli occhi mobili. Gli eroi degli spettacoli venivano spesso accompagnati da macchiette comiche: Nofriu e Virticchiu a Palermo, Peppenninu a Catania. In una delle sale si possono vedere le marionette morte in modo violento con la testa mozzata e il corpo martoriato. Nel mondo magico di Alcina, invece, domina l’ambiguo fascino della trasmutazione; la fata, infatti, mostra tre facce sulla stessa testa.

Le collezioni

La collezione si divide in diverse sezioni:

  • Marionette dell’opera dei pupi siciliani provenienti da Palermo e da Catania
  • Pupi napoletani
  • Pupi provenienti da Bruxelles e Liegi
  • Marionette della Cina, Thailandia, Vietnam e Birmania
  • Ombre e burattini cinesi
  • Il Ningyo Johruri Bunraku giapponese
  • Hun krabok della Thailandia
  • Mua roi nuoc, marionette acquatiche del Vietnam
  • Yoke thai thabin, marionette a fili birmane
  • L’orchestra birmana
  • Figure animate in Turchia, Grecia, India, Thailandia, Malaysia, Cambogia
  • Lo spettacolo delle ombre in India
  • Ombre della Malaysia, della Cambogia e della Thailandia
  • Kathputli, marionette del Rajasthan
  • Wayang kulit, wayang klitik e wayang golek: ombre e marionette a Giava e a Bali
  • Do, marionette del Mali
  • Kebe kebe, marionette del Congo
  • Gledé, maschere-marionette degli Yorub
  • Marionette del XX secolo
  • Le scenografie di Renato Guttuso
  • Le marionette e le macchine sceniche di Tadeusz Kantor
  • I pupazzi di Enrico Baj

Il Museo delle Marionette si trova in piazza Antonio Pasqualino, 5, nel palazzo dell’ex Hotel de France.

Foto di Stendhal55Opera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

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