Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Il vetro vulcanico forgiato dal magma.

  • Sin dalla preistoria, l’ossidiana ha rappresentato una grande fonte di ricchezza per alcune isole della Sicilia.
  • Già nell’antico Egitto era molto ricercata: vi si realizzavano scarabei e sigilli.
  • Questa pietra ha anche alcuni significati mistici: scopriamo tutto insieme.

La natura vulcanica della Sicilia è ben evidente. Esistono località dell’isola in cui è praticamente impossibile non notarla, come nelle isole di Lipari e Pantelleria. Se tutti ne conoscono la bellezza in termini paesaggistici, non tutti sanno che, fin dal periodo preistorico, una delle principali fonti di ricchezza di queste isolette è stata l’estrazione dell’ossidiana. Questa è un vetro vulcanico, ricercatissimo fin dall’antichità. Utile per creare strumenti taglienti, come lance e frecce, è stata una fondamentale merce di scambio per il commercio nel Mediterraneo, rappresentando una fonte di sostentamento per la vita economica locale. E questo è solo l’inizio della storia che stiamo per raccontarvi.

Ossidiana, dall’antico Egitto alle isole della Sicilia

Già nell’antico Egitto, l’ossidiana era molto apprezzata ed utilizzata per creare scarabei e sigilli. Deve il suo nome a Obsius, un esploratore romano che la portò a Roma dall’Etiopia, come racconta Plinio il Vecchio. Le era attribuito un potere protettivo per i naviganti. Il filosofo greco Erodoto, prima di Plinio, racconta che gli Egizi incidevano i morti, prima di mummificarli, con una pietra Etiope, nera e molto affilata. Gli antichi e gli Aztechi la usavano per creare statue sacre, come quella di Tezcatlipoca, cioè il dio della notte. Gli Indiani d’America la collegavano alle lacrime della terra. Secondo i Maya, invece, è la “Pupilla degli Dei”. Ma come nasce questa pietra? Scopriamolo insieme.

L’ossidiana pura è praticamente un vetro vulcanico. Si ferma al rapidissimo raffreddamento della lava, che dà vita a una roccia dalla consistenza vitrea traslucida di colore nero. È composta al 75% da biossido di silicio. È liscia e lucente. Solitamente ha un colore scuro, con tonalità che vanno dal marrone al nero profondo, arricchendosi di nuance e striature maculate. L’isola di Lipari, abitata sin dagli inizi del V millennio a.C., fu un grande centro di diffusione dell’ossidiana. La sua considerevole presenza in natura permise il fiorire di un’ intensa attività artigianale specializzata, testimoniata dall’abbondanza di scarti di lavorazione, recuperati presso il filone lavico della spiaggia della Papesca. Nella costa nord-orientale dell’Isola si ammirano le cave di pomice e ossidiana, scorgendo i vecchi ponti utilizzati per caricare sulle navi il minerale estratto. Diversa la pietra di Pantelleria.

Il vetro vulcanico dalle proprietà terapeutiche

L’ossidiana di Pantelleria ha un colore più tendente al verde bottiglia: per questo viene chiamata “filo d’erba”. Le prime testimonianze della presenza umana sull’isola risalgono al neolitico. I primi uomini furono attratti dai giacimenti del prezioso vetro vulcanico. Vi sono tracce delle antiche officine in cui si lavorava nelle zone di Balata dei Turchi, ad esempio. Grazie alle sue particolari qualità estetiche, come lucentezza e durezza, l’ossidiana è stata usata da sempre anche per creare elementi decorativi, come pendenti, statue e specchi. Alcuni le attribuiscono proprietà terapeutiche e magiche, considerandola un vero e proprio talismano in grado di scacciare le energie negative. Foto: James St. John – (CC BY 2.0).

Articoli correlati