La cotognata siciliana racchiude il sapore della tradizione. Durante l’autunno è tradizione preparare mostarde e cotogne, che poi si consumano fino alle festività natalizie. Durante la festa dei morti è diffusa l’usanza di regalare la cotognata ai bambini: un dolce modo per ricordare i cari che non ci sono più.
Questo dolce è simile alla gelatina, ma è più corposo. Ha il pregio di mantenersi a lungo.
Diffuso in Spagna, Portogallo, Israele ed America Latina, è arrivato in Sicilia come risultato della dominazione aragonese. Protagonista indiscussa è la mela cotogna, un frutto dimenticato, ma sostanzioso. Vi è traccia delle antiche ricette nel libro “De re rustica” di Columella, risalente a tempi in cui sostanzialmente questo frutto di conservava crudo con il miele.
Intorno al 1600 si iniziò a utilizzarla come conserva, aggiunta al mosto, poi il metodo di preparazione delle marmellate si è standardizzato grazie all’introduzione dello zucchero semolato in cucina. Per la cottura si consiglia l’utilizzo del caldaio di rame, che conferisce al prodotto delle caratteristiche migliori e superiori.
La cotognata ha un colore rosso scuro. Si fa asciugare in piccole forme di ceramica popolare. In questo modo si conserva a temperatura ambiente e la si può gustare a pezzi.
Si può abbinare a formaggi freschi carichi di acidità, come i caprini. Si consuma a solo, sul pane a colazione oppure come farcitura in torte e biscotti. È adatta ad accompagnare anche carni bollite, in umido, pollame e selvaggina.
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