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  • Chiesa Rupestre del Crocifisso a Carlentini (Siracusa).
  • L’edificio si trova nel Parco Archeologico di Leontinoi.
  • Conserva alcuni meravigliosi affreschi, un vero tesoro.

Guardandola dall’esterno, con quell’ingresso quasi nascosto, non penseresti mai che all’interno ci siano dei veri e propri tesori. Eppure la chiesa rupestre del Crocifisso (o Chiesa delle grotte Crocifisso) è incredibilmente interessante. Si trova nel territorio di Carlentini, in corrispondenza dell’antica Leontinoi.

L’edificio rappresenta una tipologia ecclesiastica cosiddetta “rupestre“, che racchiude grotte o cavità naturali usate come abitazione o luogo di culto. É, inoltre, un perfetto esempio di convivenza di due culti, quello greco e quello latino. Si tratta di un complesso abbastanza articolato, formato in origine da due vani quadrati simmetrici ed affiancati (VII sec. a.C.) che col tempo ha subito ampliamenti e modifiche.

Chiesa Rupestre del Crocifisso di Carlentini

Vi si accede da un portale datato 1764, ma l’ingresso originario era quello che oggi si presenta come una finestra e che immetteva nel nartece (area destinata ai catecumeni e penitenti), che precede l’ingresso alla navata. L’ambiente include una grossa nicchia ad arco, con altare e due ossari (XV sec. circa). Al di sotto di una grata sul pavimento c’è una cripta con 16 sedili sepolcrali con purificatori (XVI – XVII sec.).

Un breve “ambulacro” (disimpegno che univa i due ambienti) immetteva il fedele alla navata. Nella parete destra dell’ambulacro vi è una conca scavata nella roccia che conteneva il “Chantharus” (una sorta di acquasantiera). Proprio la navata è l’ambiente più affascinante della Chiesa Rupestre del Crocifisso.

Gli affreschi della Chiesa Rupestre del Crocifisso

Al suo interno si ammirano pareti quasi del tutto ricoperte con cicli di affreschi a palinsesto databili tra il XII e il XVII sec. Ciò che più colpisce è sicuramente l’altare di Est (secondo il culto orientale), dove possiamo ammirare uno splendido affresco del Cristo Pantocratore, databile intorno al XIII sec.. Molto bella anche la suggestiva parete delle “Mater Domini”, posta a nord, dove i differenti stili e periodi si intrecciano.

All’interno è possibile osservare anche le rappresentazioni iconografiche di Santa Elisabetta, San Leonardo, San Giovanni Battista, San Nicola, Santo Stefano, un santo a cavallo, una santa monaca, San Pietro e un santo vescovo (probabilmente San Neofito), San Cristoforo, un Cristo viandante. Inoltre è possibile vedere la scena della Crocifissione sulla parete est. Un tempo nella parete opposta era possibile ammirare la Deposizione di Cristo, oggi staccato ed esposto all’interno del Museo Archeologico Regionale di Lentini. Foto: Alberto Samonà.

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