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Piccola frazione, grande bellezza.

  • Makari in Sicilia, la frazione di cui tutti parlano.
  • Un pugnetto di case e un mare straordinario: basta questo per conquistare al primo sguardo.
  • Ecco perché è stata la rivelazione del 2021 (complice la fiction di Rai1).

Arrivando, vedi in lontananza una costa meravigliosa. Il mare che brilla ti invoglia ad avvicinarti; gli scogli frastagliati; gli alberi e i punti in cui il litorale si mostra per intero; il monte Cofano, solenne ma, allo stesso tempo discreto. Il territorio di San Vito lo Capo, nel Trapanese, è come un anello incastonato di pietre preziose. Quelle pietre, oltre alla cittadina di San Vito, sono Macari e Castelluzzo. Località vicine, ma diverse l’una dall’altra. Siamo in un angolo fortunato, per molti motivi. Sorge tra due riserve naturali (Monte Cofano, da un lato, e lo Zingaro dall’altro). Tutti parlano di Makari in Sicilia e lo fanno perché è una frazione piccola, ma speciale. Complice l’omonima fiction di Rai1, che ne ha mostrato gli scorci più belli, è arrivata una enorme popolarità. Eppure, chi la conosce da sempre, ne conosce anche la bellezza. Esploriamola insieme.

Makari in Sicilia, storia e leggenda

La frazione di Makari è compresa tra via di Grotta Perciata e Passo dei Monaci. Un pugnetto di case, l’attraversi e ti sembra di avere tutto a portata di mano. Due torri d’avvistamento, proteggono il suo territorio, narrandoci storie di pirati barbareschi e giovani nobili siciliani. Racconti di rapimenti, di riscatti, di schiavitù e libertà. La sua storia ci porta ad epoche lontane. Nel territorio di Macari e nelle sue immediate vicinanze, infatti, ci sono delle grotte che indicano il luogo come insediamento del paleolitico superiore e del mesolitico. Secondo gli storici, le vicende si intrecciano con quelle dell’antico territorium di Monte San Giuliano, un sito che ha restituito materiali che riconducono alla prima metà del 1° millennio a. C.

Si ritrovano testimonianze della forte presenza punica che trasformò Erice in centro religioso ed emporium, fino alla conquista di Dorieo nel 510 a.C.. In questa zona ci sarebbe stata l’antica città di Eraclea di Sicilia. Fondata da Dorieo nel 510 a.C., come tramandato da Erodoto, Tucidide e Diodoro Siculo, la città durò solo venticinque anni cioè fino al 480 a.C. Venne poi espugnata dal generale punico Malco e il toponimo mutò in Makara (Makari) che ancora resiste.

Spiagge di Macari

In seguito il territorio forgiò la propria identità intorno al Santuario di San Vito, come ci dicono le torri d’avvistamento e conoscenze tramandate che si muovono tra storia e leggenda. Troviamo chiesette rupestri, grotte preistoriche, santuari, edicole votive, resti di conventi e torri. La storia è passata da qui, senza mai perdere di vista lo sguardo sul mare. Ed è proprio il mare il fiore all’occhiello di Makari in Sicilia. Imperdibili delle soste alla Baia di Santa Margherita, ma anche a Cala del Bue Marino, alla Cala dell’Isulidda e alla Scogliera Rosa. Dentro la Riserva di Monte Cofano si gode della Tonnara di Tono e della Spiaggia di ciottoli degli Agliarelli. E, proprio a due passi, c’è la meraviglia della Riserva dello Zingaro. Foto: Maurizio Di Stefano.

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